Come potete vedere i due termini del titolo hanno una certa assonanza e non sono in grado di affermare che chi ha creato il secondo non si sia ispirato al primo.
Quello che è certo è che il significato dei due termini non potrebbe essere più diverso nella sostanza e nella serietà.
Il caprolattame
La prima volta che ho sentito il termine “caprolattame” è successo in ambiente di lavoro nella produzione del nylon.
Una grande azienda produttrice di tessuti in fibra di nylon iniziava il proprio ciclo produttivo dall’acquisizione della materia prima cioè il caprolattame che arrivava in granuli che venivano stivati in silos da 12 m di altezza.
Il caprolattame è un’ammide ed il nylon è un suo polimero.
Siamo quindi in un ambito chimico industriale assolutamente certo e tecnico anche se il termine sembra rimandare ad aspetti dell’agricoltura, forse perché la chimica organica ha molto a che fare con gli elementi presenti in natura, rimanendo pur sempre scienza e per quel che ricordo dai tempi della scuola, anche piuttosto esatta.
Il cornoletame
Passiamo adesso all’altro termine ovvero il “cornoletame” o “preparato 500”, che se si fosse chiamato solo con il secondo nome, non avrebbe attirato la mia attenzione.
Mi corre l’obbligo di precisare che uno dei miei valori fondamentali è il rispetto, per tutti e per tutto e laddove, come nel caso del negazionismo, non vedo spazio alcuno per il dibattito, preferisco un totale silenzio, ovvero non mi interessa discutere della terra piatta o dei campi di “sterminio inesistenti” che i negazionisti attribuiscono al genio creativo di Hitchcock.
Per le suddette ragioni rispetto ogni tipo di credo, fede e religione e tutte le opinioni, che non contrastino con i diritti altrui, quindi ritengo che ognuno possa credere a ciò che vuole.
Devo dire che ho sempre ritenuto strano che fosse indispensabile per ottenere un buon nocino iniziare l’iter di preparazione proprio il girono di San Giuseppe, mentre probabilmente l’esposizione al sole alternata al buio notturno, per 40 giorni poteva avere qualche riscontro, in ogni caso il procedimento si può fare senza porsi molte domande.
Quando per curiosità ho indagato sul cornoletame, ho scoperto che oltre alla suddetta assonanza con il caprolattame, di scientifico aveva ben poco per non dire nulla.
La pratica consiste nel prende delle corna di mucca che abbia già partorito almeno una volta, inserire all’interno del letame che sia stato conservato alla profondità di almeno mezzo metro, l’inserimento deve essere fatto in un giorno preciso, dopo di che le corna si interrano per un numero esatto di giorni, non uno di più né uno di meno.
Tutto questo procedimento renderebbe il terreno più proficuo ed in armonia con la natura, perché le corna essendo fatte a punta consentirebbero una trasmissione di energia in modo più efficace.
Naturalmente, la mia descrizione è imprecisa ed approssimativa, me ne scuso ed invito gli interessati a cercare in internet la definizione corretta dell’inventore di questa pratica, che ha fondato una nuova linea di pensiero.
Agricoltura biodinamica…o biologica?!?
Tutto questo da origine all’agricoltura “biodinamica”, terminologia che ancora una volta rischia di essere confusa con agricoltura “biologica”, che si occupa e preoccupa di coltivare la terra nel rispetto massimo della natura, utilizzando sistemi naturali, evitando pesticidi ed altri strumenti creati in laboratorio.
Forse proprio questa assonanza dei termini ha indotto recentemente il nostro governo a finanziare oltre all’agricoltura biologica anche quella biodinamica, che non è supportata da alcun riscontro scientifico ed oggettivo.
Quando anni fa mi hanno raccontato che c’erano i cultori della luna che si esponevano ai raggi del nostro satellite naturale per acquisire energia, mi era scappato un sorriso, ma poi ho pensato che certamente dalla luna arriva energia luminosa e magari come quella del sole può essere benefica.
Forse anche la sepoltura di corna di mucca già mamma, perché le corna sono più porose e facilitano la migrazione delle sostanze utili dal letame alla terra, crea dei benefici alla madre terra, non è dimostrato, ma non siamo certo nella posizione di poterlo negare.
Dal punto di vista dei contribuenti
Quello che ci sembra strano, da cittadini contribuenti, è che vengano dati dei denari pubblici a chi per propria “fede” decide in piena legittimità, di seguire delle pratiche che sono più esoteriche che scientifiche, con tutto il rispetto per l’esoterismo.
Forse, ma sottolineo il forse, esistono parti della nostra agricoltura che meriterebbero più attenzione e sostegno.
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