Abbandoniamo per una volta l’italica abitudine di parlare dei nostri difetti, contrapposta alla diffusa convinzione che siamo i migliori.

Viviamo infatti questa schizofrenia in base alla quale parliamo profusamente e continuamente male di noi stessi, salvo poi tendere a considerarci se non i migliori, tra i migliori.

Dedichiamo un po’ di spazio a delle vere e proprie idiozie, che non sono di origine italiana e che proprio per questo, oltre a farci sorridere amaramente, ci sollevano lo spirito.

Nelle immagini sottostanti, peraltro riferite allo stesso tratto di marciapiede, vediamo due esempi di come possa accadere che si operi con il cervello scollegato.

Nelle due foto in primo piano si vede il palo di sostegno di un lampione, posizionato al centro del marciapiede.

Percorsi accidentati Percorsi accidentati

Al lato c’è un ampio spazio dove quel lampione poteva trovare una corretta collocazione, ma a prescindere da questa possibilità sorge spontanea una domanda: è stato realizzato prima il marciapiede o prima il lampione?

Inoltre, per quanto riguarda il rispetto dei disabili, qualcuno ha pensato se quel lampione poteva creare qualche problema?

Poco più avanti troviamo la rampa di accesso ad un ufficio postale, quindi edificio di pubblica utilità e di responsabilità della pubblica amministrazione, come pure la viabilità e l’illuminazione.

Risulta assolutamente incomprensibile che ci sia una parte della ringhiera che sporge all’interno del marciapiede riducendone la larghezza del 40% circa.

Anche in questo caso le persone disagiate ne possono trarre un grave impedimento mentre le normodotate non ricavano certamente dei benefici da questa appendice “architettonica” o “strutturale”.

In ogni caso quale possa essere la sua funzione sfugge al buon senso e sarebbe necessaria la spiegazione da parte di chi ha provveduto a questa installazione, che ovviamente sarà introvabile.

Percorsi accidentati Percorsi accidentati

Abbiamo riportato questi due esempi di cattiva gestione della cosa pubblica e di totale ignoranza delle necessità dei cittadini, un po’ per evidenziare che non siamo i detentori assoluti della cattiva gestione, come a volte ci raccontiamo ed un po’ per ricordare che è sempre facile indicare gli errori degli altri, trascurando i propri.

Forse, un po’ di buon senso e di realismo ci possono aiutare, sia nell’osservare i nostri difetti per imparare ad eliminarli o quanto meno ridurli, sia nel valutare gli errori degli altri, che a volte ci possono sembrare inverosimili.

Errare è umano, perseverare è bestiale, migliorare è sempre possibile.