Mi ricordo le polemiche, non del tutto infondate a proposito della legge sulla legittima difesa, che prevede un orario, credo le 18, dopo il quale è lecito aumentare il livello di risposta ad un eventuale attacco alla propria persona.
Della serie: fino alle 18 puoi difenderti, ma senza fare del male al tuo aggressore, dopo quell’ora puoi scatenarti, è legittimo.
Le critiche ponevano l’accento sul fatto che la difesa legittima non può avere dei condizionamenti di orario, perché la paura e la conseguente reazione sono soggetti ad altre regole.
Tutto ciò quale attinenza ha con l’attualità?
Ecco spiegata l’attinenza.
Gli orari del virus
Sabato scorso, anche il giorno della settimana evidentemente conta, mi sono visto rifiutare il servizio al banco di un caffè, perché erano trascorse le ore 11.
Ho chiesto spiegazioni e mi è stato gentilmente risposto, con un sorriso disarmato, che in base ad un nuovo editto del governatore, le colazioni si potevano consumare al banco esclusivamente fino alle ore 11, successivamente si doveva sostare al tavolo per un tempo circa 10 volte superiore per ottenere lo stesso servizio.
Alla faccia di ridurre la permanenza nei luoghi pubblici.
Ho pensato che evidentemente qualche valente virologo vicino al governatore era arrivato alla conclusione che il virus si era modificato ed aveva deciso di entrare in azione solo dopo le 11 e noi che normalmente siamo mattinieri non ne avremo più dovuto temere gli effetti.
La conferma della correttezza di quel pensiero l’ho avuta oggi, quando ho letto la nuova ordinanza, che dal 19 dicembre al 6 gennaio vieta l’uscita dal proprio comune dopo le 14, evidentemente il virus si fa sempre più pigro e sposta il suo esser ferale verso il pomeriggio – sera.
In un primo momento avevo pensato che si trattasse solo di sabato 19 dicembre e che poi ci saremmo adeguati alle disposizioni nazionali, ma il nuovo editto parla chiaro, dal 19 dicembre al 6 gennaio, poi proseguendo ho scoperto altri aspetti interessanti.
Il divieto riguarda “l’uscita” dal proprio comune, quindi uscendo alle 13,59 dal confine del mio comune sono in regola, poi posso rientrare quando voglio, quindi se devo andare a fare shopping, come successo lo scorso week end per centinai di migliaia di italiani, è sufficiente che esca dal mio comune prima delle 14.
Lo stesso vale per la ristorazione fuori comune, basta che arrivi al ristorante entro le 14, poi ci posso stare fino alle 18, ora di chiusura e rientro a casa quando voglio, girando per tutti i comuni che voglio purché non rientri nel mio dal quale non potrò più uscire fino alle 5 al giorno dopo.
Si potrà andare dal parrucchiere e dall’estetista, peccato che quest’ultima sia chiusa, ma questo nell’editto non è specificato.
Quindi la grande lotta innovativa al virus è solo un fatto di orario, solo dopo le 14 diventa attivo, ma non si capisce in quali luoghi, dato che quelli aperti si possono raggiungere comunque prima delle 14 e ci si può rimanere finché rimangono aperti.
Il buon senso di chi governa
In tutto questo periodo non siamo mai intervenuti sull’argomento covid, perché abbiamo ritenuto che già molti fossero gli esperti, i tuttologi ed i nullafacenti, impegnati a spiegarci ciò che nessuno sa, ma di fronte a queste manifestazioni di totale vuoto mentale non si può rimanere silenziosi.
Non si tratta di conoscere o meno il virus e tutte le sue caratteristiche, si tratta solo di applicare il minimo buon senso, che sembra essere l’obiettivo principale del virus.
Altrettanto non si può tacere dell’assoluto “non decisionismo”, certamente influenzato dalle innumerevoli voci in campo, del governo centrale.
Prendere una decisione il giovedì o prenderla il venerdì sera o il sabato notte sarà lo stesso per il Presidente del Consiglio, ma non è assolutamente lo stesso per le migliaia di operatori, già allo stremo per i giusti limiti imposti e che non sanno se potranno aprire le loro attività nei prossimi giorni e non sanno se devono o meno attivare il personale e approvvigionare le merci necessarie.
Aprire un ristorante, ad esempio, non significa dare un giro di chiave alla serratura, significa attivare tutta la filiera di fornitura e non lo si può fare al venerdì notte o al sabato, ma neppure questo è evidentemente noto nelle stanze dei bottoni.
Riteniamo doveroso il rispetto per i morti ed i malati, ma anche per i vivi, molti dei quali sono “sopravvissuti” almeno per ora e che avrebbero bisogno di regole di buon senso e certe, comunicate per tempo, senza che ci sia lo spazio temporale per centinaia di preannunci più o meno sballati.
Governare, come qualsiasi altra attività, non è un obbligo, se non lo si sa fare, si può rinunciare, ma questo criterio sembra sfuggire alla maggioranza degli italiani, i quali candidamente affermano quando ci contattano: mi occupo di questa cosa, ma sono abbastanza ignorante in materia e non si rendono neppure conto dell’enormità di ciò che dicono.
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